Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

La valutazione e riabilitazione dei deficit cognitivi e le annesse implicazioni di tipo psicologico, affettivo e di personalità conseguenti a patologie a carico del sistema nervoso centrale.
Il livello delle funzioni cognitive superiori costituisce uno degli aspetti che più significativamente qualificano la qualità della vita di un individuo e dei suoi famigliari, ed i deficit a carattere patologico che investono tali funzioni vanno considerati come una delle forme più gravi e frequenti di handicap che interessano i cittadini delle società occidentali, ed in particolar modo la fascia più anziana della popolazione.

L’intervento diagnostico e riabilitativo della neuropsicologia risulta estremamente utile nel contenere gli effetti del decorso patologico, nel limitare le sofferenze che questo arreca a pazienti e famigliari, nel razionalizzare le risorse che le istituzioni investono nel trattamento e supporto dei soggetti coinvolti. 

Il ciclo di vita di un individuo può essere turbato e segnato indelebilmente da eventi morbosi che ne compromettono il funzionamento cognitivo ed emotivo.
Lesioni o disfunzioni cerebrali si pongono, infatti, come la causa di notevoli cambiamenti a partire da quelli maggiormente osservabili che si manifestano a livello comportamentale e che, insieme ai cambiamenti che definiscono lo status di salute, esitano in una compromissione del funzionamento globale della persona, che perde la propria autonomia sia in contesti sociali che familiari. Risulta, così, facilmente evincibile il drammatico impatto che un evento di questo tipo può avere nella vita di un individuo e della sua famiglia. Un impatto che sembra assumere una portata notevole tanto da richiedere la necessità di un intervento che diviene ancor più indispensabile se si pensa alle possibilità di recupero di questi pazienti.
Infatti, i protocolli riabilitativi dei deficit cognitivi ed emotivo-motivazionali si fondano proprio sulla plasticità cerebrale e sulla possibilità di sfruttare la cosiddetta riserva cognitiva. In maniera del tutto trasversale alla specificità del quadro patologico, le tecniche riabilitative sono finalizzate al potenziamento delle funzioni intellettive residue, al miglioramento della qualità di vita, alla riduzione della disabilità e al reinserimento sociale.

Il tasso di prevalenza di malattie cerebrovascolari in costante aumento unitamente ad un numero sempre più rilevante di sopravvissuti la cui vita risulta segnata dai compromettenti postumi dell’evento morboso sembrerebbero validare la necessità di un intervento in tal senso. Ampliando la visuale, vi sono altri dati che destano. Il progressivo incremento della popolazione anziana comporta un aumento della prevalenza dei pazienti affetti da demenza. In Italia, il numero totale dei pazienti con demenza è stimato in oltre un milione (di cui circa 600.000 con demenza di Alzheimer) e circa 3 milioni sono le persone, direttamente o indirettamente, coinvolte nell’assistenza dei loro cari. Ma se, da un lato, l’età si pone come il maggior fattore di rischio associato all’insorgenza della demenza dall’altro, la popolazione giovane sembrerebbe accusare il colpo dell’ incidenza di malattie croniche come la sclerosi multipla, che si manifesta soprattutto tra i giovani adulti e che nel 40%-65% dei casi comporta un interessamento cognitivo. Restando in tema di popolazione giovanile, non possiamo non annoverare i traumi cranico-encefalici anch’essi causa di disabilità cognitiva che tramuta la qualità di vita del paziente, (il più delle volte di sesso maschile), invalidandone il funzionamento globale.

La validità e l’efficacia di un intervento riabilitativo non può, però, prescindere da una altrettanto valida nonché accurata valutazione del danno attraverso l’esecuzione di un’adeguata e ragionata batteria di test neuropsicologici che diano indicazioni indispensabili sull’esistenza e sulla gravità dei deficit cognitivi e sulle aree cognitive compromesse. La fase valutativa e diagnostica assume particolare importanza poiché ha delle ovvie ripercussioni sulle scelte terapeutiche nonché riabilitative. Ma non solo: una fase di valutazione cognitiva può rivelarsi ancor più preziosa poiché si pone come un importante strumento in grado di coadiuvare e sostenere il processo diagnostico in psicopatologia.

La fenomenologia sintomatologica di alcuni quadri clinici sembra sovrapporsi a quella associata a disturbi neurocognitivi, richiedendo un’accurata diagnosi differenziale. Ad esempio, episodi di amnesia circa le proprie informazioni autobiografiche potrebbero essere un sintomo che si struttura sia all’interno di disturbi cognitivi piuttosto che affondare le sue radici all’interno di un disturbo dissociativo. O, ancora: un eloquio rapido unitamente a distraibilità e rapida successione di pensieri sembrano definire un quadro clinico caratterizzante oltre che la fase di ipomania anche un disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Pertanto, la valutazione cognitiva assume, quindi, particolare rilevanza anche nell’ambito psicopatologico ponendosi come un utile strumento per la risoluzione di dubbi clinici compromettenti la comprensione del comportamento problematico riportato dal paziente e, quindi, la sua risoluzione e trattamento

DESTINATARI E OBIETTIVI

La neuropsicologia clinica è una disciplina che si occupa della relazione comportamento-cervello ed è volta alla valutazione,diagnosi e riabilitazione di pazienti con deficit cognitivi e/o comportamentali insorti a seguito di patologie o danni cerebrali di varia eziologia (demenze, ictus, traumi cranici, encefaliti, meningiti, sclerosi multipla, neoplasie…). In sede di valutazione neuropsicologica le varie funzioni cognitive (memoria, attenzione, linguaggio, ragionamento, pianificazione) sono indagate con l’uso di test psicometrici standardizzati e l’osservazione clinica. In base all’esito valutativo può seguire la presa in carico di riabilitazione, attivazione o fitness cognitivo

La riabilitazione neuropsicologica è rivolta principalmente a persone colpite da ictus o traumi cranici ed ha come obiettivi: (1) portare il paziente ad una consapevolezza e conoscenza completa delle proprie difficoltà cognitive e/o comportamentali, (2) ricercare strategie di compenso efficaci ai disturbi riportati, (3) generalizzare tali strategie all’ambiente esterno in cui il paziente è inserito.

L’attivazione(o stimolazione) cognitiva è una forma d’intervento effettuata solitamente in patologie neurologiche di tipo degenerativo (demenze). È un trattamento che stimola la plasticità neuronale attraverso esercizi che consentano l’acquisizione di strategie e tecniche per ridurre le difficoltà cognitive, per allenare le capacità cognitive residue o non compromesse e per usare nel modo migliore le risorse personali. L’attivazione cognitiva ha quindi come scopo (1) rallentare il decorso del progressivo deterioramento cognitivo, soprattutto nelle sue fasi iniziali, (2) protrarre nel tempo l’autonomia della persona e (3) migliorarne la qualità di vita, pur consapevoli che le abilità cognitive compromesse non potranno essere ripristinate

Il fitness cognitivo è rivolto a persone che non hanno problematiche cognitive ma che desiderano raggiungere una maggiore consapevolezza del proprio funzionamento cognitivo e migliorare le proprie capacità. Ha come obiettivi (1) l’allenamento della mente, (2) l’apprendimento di strategie che facilitino e rafforzino le capacità cognitive, (3) la comprensione di come e quanto l’emozione possa influire sul funzionamento cognitivo, (4) la focalizzazione dell’attenzione sui punti di forza e la valorizzazione delle risorse personali. Da anni, infatti, gli studi evidenziano che una buona conoscenza della propria mente è il primo passo per poter migliorare la propria efficacia cognitiva, potenziare il personale stato di benessere e gestire al meglio la propria quotidianità in termini di flessibilità e positività.

PROCEDIMENTO METODOLOGICO

Servizio di Valutazione e Riabilitazione Cognitiva

Il Servizio di Valutazione e Riabilitazione Cognitiva nasce con l’obiettivo di accogliere, con professionalità e competenza, una domanda che afferisce a problematiche altamente compromettenti il funzionamento globale dell’individuo come quelle di natura cognitiva.


Servizio di valutazione cognitiva

Un’accurata valutazione del funzionamento di diversi domini cognitivi (memoria, prassie, linguaggio, attenzione, funzioni esecutive, ragionamento e linguaggio) e psicologici, attraverso appositi strumenti testistici validati, si prefigura come indispensabile e necessaria alla definizione delle scelte terapeutiche sottendenti l’intervento riabilitativo.

Servizio di riabilitazione cognitiva

Servizio di riabilitazione cognitiva si declina in un ampio ventaglio prestazionale a seconda della natura della compromissione e del caso clinico. Lo stesso contempla, infatti:

  • Programma di stimolazione cognitiva per persone affette da demenza tipo Alzheimer;
  • Programma di stimolazione cognitiva per persone affette da malattia di Parkinson;
  • Programma di riabilitazione cognitiva per persone affette da Sclerosi Multipla;
  • Programma di riabilitazione cognitiva per persone con danno cerebrale acquisito (trauma cranico, ictus..);
  • Interventi di psicoeducazione e sostegno specificamente orientati ai caregivers
    Questo servizio prevede attività di sostegno-formazione ai familiari attraverso incontri individuali o gruppi di auto-aiuto. Nello specifico sono previsti colloqui di sostegno psicologico ai caregiver, attività di counselling familiare per migliorare la qualità dell’approccio al malato, addestramento e monitoraggio per tecniche di riabilitazione cognitiva informale domiciliare. L’obiettivo è quello di offrire ai familiari uno spazio di contenimento ed elaborazione delle problematiche legate alla patologia, far diminuire il distress percepito e far gestire in maniera più funzionale sentimenti e comportamenti egodistonici quali aggressività, senso di colpa, angoscia.
  • Palestra per la mente: teniamoci in allenamento
    La ‘Palestra per la Mente’ è un servizio che si rivolge a soggetti senza patologie neurologiche/psichiatriche conclamate ed ha come obiettivo quello di insegnare e fare sperimentare delle tecniche per migliorare le abilità mentali, per mantenere un buon livello di autonomia ed efficacia nonostante l’avanzare dell’età e i cambiamenti che ciò comporta. L’anziano di oggi e, secondo le previsioni, quello di domani vivrà sempre di più ma sarà maggiormente predisposto a sviluppare patologie degenerative che diminuiranno la sua autonomia personale. Vivere più a lungo significa incorrere in una maggiore probabilità di sviluppare patologie non reversibili.È possibile però intervenire per ritardare gli effetti dell’invecchiamento, imparare ed esercitare una serie di tecniche, comportamenti e conoscenze rivolte alla promozione della salute e benessere mentale.L’obiettivo del corso ‘Palestra per la mente’ è proprio quello di migliorare gli aspetti cognitivi necessari al raggiungimento o mantenimento di un invecchiamento attivo e di successo. Ciò è reso possibile attraverso l’incremento delle abilità cognitive che risentono maggiormente del fattore età e, contemporaneamente, intervenendo sugli aspetti psicologici che sono alla base di un atteggiamento positivo e attivo nell’invecchiamento normotipico. Le ricerche condotte in tal senso dimostrano che questo tipo di intervento può migliorare così da mantenere il più a lungo possibile Quelle competenze che rendono una persona quanto più autonoma, capace e socialmente inserita.

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